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Palmira Barchetta Vice Sindaco di Gubbio e Assessore alla Cultura |
L'incontro tra la città di Gubbio e la Lux Vide, per la realizzazione della fiction televisiva "Don Matteo", è stato caratterizzato fin dall'inizio da un coinvolgimento emotivo, appassionato e sincero: la città si è aperta, si è data e si è operata perché le cose per "Don Matteo" funzionassero.
Questione di "feeling"... si potrebbe dire, riprendendo parole già cantate. Quasi di istinto, le storie vere ed inventate di una troupe televisiva si sono mescolate con quelle di cittadini e cittadine di Gubbio. A che cosa si deve questo intreccio di vissuti?... All'ospitalità che contraddistingue il nostro popolo? Al fascino di storie raccontate con semplicità ed umanità? Ad attori ed attrici ricchi di capacità comunicativa ed interessati alla relazione, all'ascolto con/della città? Un po' di tutto questo, credo, sia stata la ragione del profondo rapporto tra Gubbio e "Don Matteo", un coinvolgimento che probabilmente ha trasmesso entusiasmo, contribuendo anche al confermato successo del prodotto televisivo. La città ha dato ma ha anche ricevuto molto, dal punto di vista umano, culturale, promozionale e, quindi, di sviluppo socio-economico. Un grazie particolare va espresso a Terence Hill, che con generosità e disponibilità, ha prestato la sua immagine alla campagna informativa per la raccolta differenziata nella nostra città, contribuendo, con il suo stesso stile di vita e la sua sensibilità, a motivare i cittadini. E via di seguito, anche altri attori ed attrici hanno accettato di coinvolgersi in iniziative socio-culturali, alimentando relazioni. Anche la mostra che oggi inauguriamo è frutto, a parte l'aspetto professionale e promozionale, di una volontà di far diventare le vicende della fiction, anch'esse, memoria e patrimonio umano e culturale del nostro territorio.
Ed il libro di Alessandra Caneva che oggi andiamo a presentare è la risposta naturale ad una necessità: come dice Terence Hill nella sua prefazione al volume, le narrazioni su carta servono a fare una sosta, a riprenderci il tempo per dedicarlo a noi stessi.
La televisione non ci dà questa possibilità, entra nelle nostre case ma non ci dà diritto di replica. Un libro sì, e questo in particolare, permetterà al lettore/lettrice, attraverso le avventure di Don Matteo di usare il proprio tempo per riflettere, come dice la scrittrice, sui grandi temi dell'esistenza umana.
E questa riflessione è culturalmente e socialmente necessaria.
Palmira Barchetta
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