Ermanno Olmi con il Pardo d'Onore
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LOCARNO: LE ULTIME DAL FESTIVAL DEL CINEMA
LOCARNO - Lunedì il festival Internazionale del film di Locarno, 57° anno di
vita, ha vissuto una delle sue pagine più belle di questa edizione. Alle 10 in
punto del mattino, con puntualità rigorosamente svizzera, è iniziato l’incontro
con Ermanno Olmi. Non è appropriato definire l’appuntamento: "conferenza
stampa", perché il regista bergamasco ha deliziato e illuminato i molti presenti
con riflessioni, pensieri su svariati tema. In primo piano la pace, il perdono,
l’inutilità di vendette, guerre, aggressioni. Un incontro toccante, profondo. Al
suo fianco Bud Spencer, l’attore romano interprete di "Cantando dietro i
paraventi". "Ho smesso di dare cazzotti" ha scherzato il simpatico Bud ma dal
suo sguardo, dagli atteggiamenti nei confronti del Maestro Olmi era facile
osservare una profonda stima unita a una grande gioia. Il poetico e riflessivo
film è stato proiettato poi la sera in Piazza Grande di fronte a oltre 5.000
spettatori che hanno tributato alla pellicola un lungo applauso finale. E’ molto
spiaciuto che, nel momento precedente il film, nel corso della consegna del
"Pardo d’onore" a Olmi da parte di Irene Bignardi, direttrice del Festival,
una spesso confusa presentatrice non abbia posto nessuna domanda al grande
regista. Tanto che dalla folla si sono levati più inviti : "Olmi parla".
Qualche parola di Bud Spencer, salutato con esagerato affetto da molti
spettatori, e una dolce ed emozionantissima Jun Ichikawa ha deliziato il
pubblico con sinceri sorrisi.
Bud Spencer alla conferenza stampa
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(tratto da: www.agenews.it)
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articolo tratto da Il tirreno - 10 agosto 2004
Olmi, signore della pace
Il regista premiato a Locarno per il rigore e l'amore per la libertà
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Il regista Ermanno Olmi con Bud Spencer e l'attrice Jun Ichikawa
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LOCARNO. Il rigore e la libertà: sono anche queste qualità riconosciute internazionalmente
a Ermanno Olmi, oltre alla maestria dietro la macchina da presa, che hanno portato il grande
regista ad essere premiato con il "Pardo d'onore" al Festival del cinema di Locarno. "Cantando
dietro i paraventi", l'ultimo film simbolo della cultura della pace e del perdono,
inedito in Svizzera e in gran parte d'Europa, è stato proposto ieri sera in Piazza Grande.
E la rassegna ieri ha onorato un uomo di profonda cultura, che non si vergogna di avere solo
la terza media e il sapere antico dei contadini bergamaschi.Un autodidatta in grado di affascinare
con la sua poesia gli Abbas Kiarostami e i Ken Loach. "Non mi è facile affrontare questa situazione"
spiega lui con modestia agli organizzatori.
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E' a fianco di Bud Spencer e dell'attrice giapponese Jun Ichigawa e continua:
"Non è retorica di circostanza, mi sento una persona comune e ho un senso di smarrimento".
Olmi sottolinea sereno l'importanza dei giudizi negativi alle sue opere: "E' come andare dal sarto,
ci si specchia e ci si vede da più angolature: la critica che sembra cattiva spesso ci mostra un lato
non visto e utile".
"Ho avuto una malattia che mi ha bloccato sei mesi, mi ha lasciato paralizzato a leto - riflette
a voce alta il regista -. Questa esperienza dolorosissima mi ha permesso di viaggiare da fermo,
di soffermarmi sui dettagli, a differenza di quando si va in auto e si vede superficialmente quanto
sta intorno. Non faccio l'elogio della terza età, ma è un periodo che consente di ripossedere il
passato e le cose che abbiamo amato". "Ha distrutto Bud Spencer - dice con simpatia Pedersoli giunto
alla pellicola 104 - in "Cantando dietro i paraventi" non mi ha fatto tirare un cazzotto, ero fermo e
senza armi. Praticamente non c'era sceneggiatura, non ho visto un copione. Si è andati avanti giorno
per giorno. Olmi è un grandissimo pittore che dipinge su fotogrammi ogni quadro del film".
"Sono onorato di aver fatto parte di quel film e spero di lavorare ancora con lui", aggiunge riferendosi
al progetto ancora tutto da definire del "Don Chisciotte", una pellicola insieme a Mario Girotti-Terence Hill
con Spencer nei panni di Sancio Panza. Olmi conferma in pieno l'anarchia: "Voglio sentirmi libero dalla
pagina scritta, ho una insofferenza per ciò che è prestabilito, ogni mattino andavo sul set
ed era una scoperta come quella che fanno i bambini o gli innamorati". Jun Ichigawa, che interpreta
la vedova Ching, in un perfetto italiano venato da una pronuncia romana, spiega: "E' stata una parte
impegnativa, prima la donna innamorata che diventa una piratessa crudele e poi di nuovo donna, e
si sveste dell'armatura". "E' un film sul perdono e sull'assurdità della guerra - chiosa il regista -.
Perché dobbiamo continuare a combatterci?". Dopo uno sguardo al passato - i documentari giovanili da
lui diretti per conto dell'Enel, "Manon finestra 2" con commento di Pasolini e "La pattuglia di passo
San Giacomo" - uno sguardo al futuro. Cioè a "Ticket", lavoro a sei mani con Kiarostami e Loach che
dovrebbe forse essere nelle sale nella primavera 2005.
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articolo tratto da La Repubblica - 10 agosto 2004
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IL FESTIVAL - A Locarno l'appello al regista: "Per lui uccido Bud Spencer"
Pedersoli: "Caro Ermanno Olmi facciamo Don Chisciotte insieme"
"Io e Terence Hill interpretiamo l'opera di Cervantes a patto di essere diretti da lui"
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di ROBERTO NEPOTI |
Ermanno Olmi con Carlo Pedersoli-Bud Spencer
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LOCARNO - All'inizio, veniva quasi automatico definirli una "strana coppia": quando Bud Spencer,
al secolo Carlo Pedersoli, fu coinvolto da Ermanno Olmi nel progetto di Cantando dietro
i paraventi. Da una parte, il regista più rigoroso e indipendente del nostro cinema; dall'altra,
il gigante buone e manesco di serie popolari come Trinità e Piedone, chiamato a
interpretare la parte di un ammiraglio portoghese che non tira una sola sberla per tutto il film ma,
quasi immobile sulla scena, narra allo spettatore la poetica vicenda della vedova Ching. Ora, però,
sembra che i ruoli debbano scambiarsi. E' l'attore, infatti, a volere fortissimamente il regista per
il progetto di un Don Chisciotte che accarezza da tempo insieme al vecchio partner Mario
Girotti-Terence Hill. Sotto lo sguardo sornione di Olmi, a Locarno per ritirare il Pardo alla
carriera, Pedersoli racconta la propria metamorfosi. "Sono un attire spontaneo, non studiato. In passato
mi hanno proposto parti prestigiose, per un Gargantua o per un Gulliver, ma le sentivo
fuori dalla mia portata. Poi Olmi ha distrutto Bud Spencer ed è stata come una seconda rinascita. Ora
sono pronto ad affrontare la sfida di Cervantes. Girotti io, però, vorremmo farne una versione più
giocosa; così abbiamo immaginato di chiedere a Cervantes, chiuso in carcere, di ritoccare il Don
Chisciotte per rendercelo più vicino". Su una cosa l'attore non transige: la condizione sine-quanon
per condurre in porto l'impresa è la regia di Olmi. "Certo, per andare avanti bisogna che Ermanno
includa il mondo di Don Chisciotte nel suo, trovi la chiave per appropriarsene. Ma io sono deciso
a farlo con lui, o con nessuno". Forse proprio nell'universo olmiano, dove realismo e favola convivono
in armonia, prenderà forma un grande film sul cavaliere dalla triste figura, sfatando quell'alone di
portasfortuna che i tentativi abortiti di Welles e Gilliam hanno avvolto intorno al capolavoro.
Frattanto Olmi ha terminato le riprese di Ticket, il film diretto a tre mani con Abbas
Kiaristami e Ken Loach che sarà pronto l'anno prossimo; forse per Berlino, o per Cannes. "Le tre
storie sono strettamente interdipendenti" commenta il regista "e gli stessi personaggi passano
dall'una all'altra; ma di sicuro io monterò la mia parte più lentamente di Loach e Kiarostami".
Del resto, la lentezza è diventata per Olmi un modo di essere dichiarato, dopo la grave malattia
felicemente superata. "Andiamo sempre più di fretta; ma così vediamo ciò che ci passa sotto lo
sguardo solo superficialmente, a colpi d'occhio. Stando fermi le immagini si fissano, mondi
nuovi si rivelano. Io posso benissimo viaggiare senza muovermi mai". Le idee di Olmi sono
suggestive; assai concrete da una parte, dall'altra flirtano con la metafisica. Se ne può trovare
una buona sintesi nel libro, pubblicato da Falsopiano per l'occasione locarnese, Il mestiere
delle immagini. Diario (in pubblico) di un'amicizia: quella di Olmi con Tullio Kezich,
sodale, socio, collaboratore ed esegeta del regista.
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